In molti avranno già sentito parlare della sindrome dell’occhio secco.
Si tratta infatti di un problema molto comune, che colpisce più del 20% della popolazione mondiale.
Cosa è la sindrome dell’occhio secco?
Questa sindrome di solito si manifesta quando il film lacrimale che ricopre l’occhio è in qualche modo ridotto o alterato.
Se ad esempio vengono prodotte poche lacrime o se queste evaporano troppo in fretta l’occhio non verrà ben idratato e tenderà a seccarsi di più.
I sintomi più comuni della sindrome dell’occhio secco sono prurito, irritazione e fastidio alla luce.
Possono poi insorgere affaticamento, occhi rossi, difficoltà ad aprire le palpebre al risveglio ed addirittura la sensazione di un corpo estraneo all’interno dell’occhio, in alcuni casi può comparire anche del muco dentro o intorno agli occhi.
In particolari condizioni ambientali, come l’esposizione prolungata a vento, fumo, polvere o al caldo estivo (Vedi anche: Occhi secchi in estate? Quali sono le cause principali?), i sintomi sopra descritti possono anche acutizzarsi.
Le cause di questa patologia sono molteplici, fra cui troviamo lo stress, l’invecchiamento e la menopausa.
Oggigiorno, però, il fattore maggiormente scatenante di questa sindrome è lo stare per molto davanti agli schermi digitali, in quanto l’ammiccamento avviene meno frequentemente e non c’è sufficiente ricambio lacrimale.
Inoltre, nella maggior parte degli uffici, si utilizzano condizionatori, sia in estate che in inverno, i quali riducendo l’umidità dell’aria fanno sì che le lacrime evaporino più in fretta.
Prevenzione, trattamento e regola del 20-20-20
Lavoratori e studenti affetti da sindrome dell’occhio secco che devono passare intere giornate al pc possono ricorrere ad alcuni trucchetti.
La cosa ottimale sarebbe collocare la propria postazione di fronte ad una finestra o ad una porta che si apra spesso.
Così facendo l’occhio, attratto dai movimenti esterni allo schermo, tenderà a spostarsi, causando automaticamente un ammiccamento.
Esiste poi la regola del 20-20-20.
Basterà staccare gli occhi dallo schermo ogni 20 minuti e fissare per 20 secondi un punto lontano almeno 20 piedi (circa 6 metri).
Così facendo daremo modo ai nostri occhi di ripristinare il proprio film lacrimale naturale.
Questo non solo aiuterà a prevenire la secchezza, ma ridurrà anche l’affaticamento oculare.
Esistono soggetti, però, in cui le ghiandole lacrimali non producono abbastanza film e le pratiche descritte in precedenza non sono sufficienti.
In questi casi si può ricorrere all’utilizzo di lacrime artificiali o a colliri a base di acido ialuronico che, integrandosi alle lacrime naturali, idrateranno e proteggeranno gli occhi.
Ve lo spiega Domenico
Responsabile della Formazione del Gruppo BOC